Il Lorì è un piccolo corso d'acqua che nasce nell'abitato di Avesa, borgo
facente parte del comune di Verona e situato alle pendici delle sue colline. Lorì
deriva da lo rivo, lo rì, per indicare appunto un rivo, un corso d'acqua. Lo stesso
termine Avesa potrebbe derivare dal latino Aves con il significato di 'sorgente'.
La sorgente si trova a 125 m slm e raccoglie le acque piovane che attraversano rocce
e terreni per lo più calcarei, fuoriuscendo ad una temperatura media di circa 12°C,
grazie al fatto che il bacino alimentatore è in zona esclusivamente collinare dotata
di un'elevata temperatura media annua, e dove le stesse acque delle precipitazioni
meteoriche presentano una temperatura decisamente mite.
Fino dalla metà del sec. XIV Il Lorì divenne acquedotto primario di Verona, infatti
nel 1368 Cansignorio della Scala fece arrivare l'acqua del Lorì fino in piazza Erbe
dove venne costruita una fontana per fornire di acqua più di 300 famiglie, mentre
fuori era utilizzato per irrigare le coltivazioni e far funzionare 10 mulini che
poi nel '600 divennero 8. Severe disposizioni vietavano di sporcare le acque e la
stessa attività dei lavandari era limitata e praticata probabilmente su prese d'acqua
laterali concesse per irrigare gli orti.
La sua importanza per il rifornimento idrico di acqua potabile della città di Verona
cessò nel 1885 per la costruzione di un nuovo serbatoio idrico a S. Zeno in monte.
Ora purtroppo il corso d'acqua è stato intubato ed incanalato per quasi tutto il
suo percorso e non se ne può più godere la sua bellezza. Il Lorì passa sotto via
Mameli, vicino alla nostra abitazione, per riversarsi subito dopo nel fiume Adige.
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